Vittoriano Viganò

VITTORIANO VIGANO’ (1919 – 1996)

E’ stato un architetto e designer italiano noto per il suo approccio innovativo all’architettura e al design d’interni, nonché per la sua capacità di fondere arte e tecnica in maniera unica. Nato a Milano, in una famiglia già immersa nel mondo dell’arte—suo padre, Vico Viganò, era scultore—Vittoriano sviluppò presto un interesse per le arti visive e l’architettura.
Dopo aver conseguito la laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 1944, Viganò si inserì rapidamente nel panorama dell’architettura moderna italiana, diventando uno dei protagonisti della scena architettonica del dopoguerra. Iniziò la sua carriera collaborando con figure di spicco come Ernesto Nathan Rogers e Gio Ponti, ma presto sviluppò un proprio linguaggio espressivo, caratterizzato da un forte legame con il razionalismo e un profondo interesse per i materiali e le tecnologie costruttive.
Uno degli aspetti distintivi della sua opera architettonica fu l’uso del calcestruzzo armato, materiale che utilizzò in maniera sperimentale per dare forma a edifici dalle geometrie complesse e dinamiche. Tra le sue opere più celebri si annoverano la Casa per gli impiegati della Magneti Marelli a Sesto San Giovanni e la sede della RAI a Milano, entrambi esempi di come l’architettura possa diventare un’esperienza sensoriale attraverso il gioco di luce, ombre e materiali.
Oltre all’architettura, Viganò si distinse anche nel campo del design, sebbene questa sua attività sia meno conosciuta. Fu particolarmente attivo nel design di arredi e oggetti per l’illuminazione, collaborando con diverse aziende italiane di rilievo. Tra i suoi contributi più significativi nel campo del product design, ricordiamo la lampada “VV Cinquanta”, disegnata per Arteluce, un esempio perfetto del suo approccio funzionalista e della sua capacità di coniugare estetica e praticità.
Viganò era noto per la sua attenzione ai dettagli e per la sua capacità di pensare l’oggetto non solo come funzionale, ma come parte integrante di un ambiente più ampio, contribuendo a definirne l’atmosfera e l’identità. Questo lo portò a lavorare a stretto contatto con le maestranze artigianali, con le quali sviluppava soluzioni su misura che esprimevano la sua visione unica.
Negli anni ’50 e ’60, Viganò fu anche un influente accademico, insegnando al Politecnico di Milano, dove la sua passione per l’architettura e il design influenzò una nuova generazione di progettisti italiani. Il suo insegnamento si basava su un approccio interdisciplinare, che incoraggiava gli studenti a esplorare i confini tra arte, architettura e design.