GIUSEPPE PAGANO (1896 – 1945)
Poche figure nel panorama architettonico e culturale italiano del XX secolo hanno avuto lo spessore intellettuale di Giuseppe Pagano. Architetto, teorico, critico e uomo di pensiero, Pagano è stato uno dei più intransigenti interpreti del Razionalismo italiano, un architetto che non si limitava a costruire, ma che attraverso l’architettura voleva trasformare la società.
Direttore della prestigiosa rivista Casabella dal 1933 al 1943, ha dato alla cultura del progetto un’impronta di rigore e impegno civile, opponendosi a ogni tentazione estetizzante e autoreferenziale. Per Pagano, l’architettura non era mai un fatto stilistico, ma una necessità etica, uno strumento per migliorare la vita collettiva. I suoi edifici – dalle colonie marine ai padiglioni fieristici – rifuggono ogni monumentalità e si distinguono per un’essenzialità funzionale che guarda più a un razionalismo etico che a un dogma formale. Il suo interesse per il design e l’arredo si riflette in alcuni progetti di interni e mobili che, come le sue architetture, rifuggono il decorativismo per puntare sulla funzione e sull’essenzialità costruttiva.
Ma Pagano non è stato solo un architetto-designer: è stato un militante della cultura, un uomo capace di interrogare il suo tempo e di metterne in discussione le contraddizioni. Inizialmente vicino al regime fascista, prende progressivamente le distanze fino a diventarne un oppositore, pagando con la vita il suo rigore morale. Arrestato e deportato a Mauthausen, muore nel 1945, lasciando dietro di sé un’eredità di pensiero che ha segnato le generazioni successive.