GIO PONTI (1891 – 1979)
La figura di Gio Ponti assume un ruolo paradigmatico nei confronti di quella che potremmo considerare la via italiana alla modernità nel campo delle arti. Per Ponti il tema della ricerca di un’identità culturale nazionale, fondata su l’intrinseco senso di bellezza connaturato ai luoghi, alle architetture e alle manifatture presenti nel nostro paese, costituirà una missione a cui dedicherà l’intera vita.
La sua inesauribile originalità di pensiero e azione, la sua vocazione a considerare la ricerca artistica come il luogo di una forte interdisciplinarità, la sua generosa e instancabile attività di promotore e mediatore culturale, lo hanno fatto diventare non solo una figura iconica nel nostro panorama nazionale ma anche un riferimento di assoluto rilievo internazionale.
A lui va legittimamente attribuito il merito di aver concepito e sviluppato, quasi fosse una “mission”, ciò che ora chiamiamo Italian style, cioè quella peculiare forma interpretativa della modernità che, libera da approcci dogmatici, adopera lo strumento della creatività come mezzo per coniugare le matrici antiche dei nostri saperi alle nuove istanze di una società industriale.
Grazie alla sua programmatica attività svolta dalle pagine di Domus (rivista da lui fondata nel 1928) e grazie al lavoro svolto all’interno di aziende come Richard Ginori, Venini, Cassina, Fontana Arte, Ideal Standard, o su cantieri come Villa Planchart, Hotel Parco dei Principi, e Torre Pirelli, il maestro Ponti ha saputo delineare un ideale espressivo fondato su uno straordinario mix di forza narrativa, eccellenza esecutiva, sensibilità materica, luminosità, cromatismo e leggerezza.
È da questo inestimabile lascito che il made in Italy ha ricavato la consapevolezza e autorevolezza necessarie per il suo eccezionale sviluppo negli anni a venire.