Sedie, sgabelli e poltrone di design
Il tema delle sedute è certamente quello che da sempre ha più affascinato intere generazioni di progettisti e creativi, questo probabilmente risiede nel fatto che sedersi implica la nascita di una relazione fisica diretta tra strumento e suo utente. Una sedia in fondo agisce come se fosse un’estensione del nostro corpo, in quanto la sua specifica finalità sta proprio nel consentire una ottimale postura assisa grazie alla corretta distribuzione del proprio peso su bacino, anche e piedi. È difficile immaginare un prodotto maggiormente indagato, sviluppato e proposto all’interno delle nostre case, e difatti la sua evoluzione potrebbe a ragione essere presa come paradigma della storia stessa del design.
La convergenza tra “fortuna critica” del prodotto e sua “fisicità” ci richiama alla mente quanto diceva Ettore Sottsass in merito al fatto che oramai “ci sono più sedie che culi“. Questa citazione, al di là della sua ironica irriverenza, chiama in causa qualcosa che con il tema del comfort ha poco a che fare e cioè coinvolge la sfera simbolica di questo prodotto.
L’archetipico della sedia trova sede nel suo essere una trasfigurazione del concetto di trono: acquisire una posizione di comoda staticità su qualcosa che ci piace è come dar vita ad un sistema in grado di rappresentarci nella sua accezione più celebrativa e statuaria, quindi legata al concetto di potere. In questa direzione Alessandro Mendini con i suoi troni agresti fatti di paglia e magari poi dati alle fiamme resta davvero illuminante.
Sedie di modernariato anni ’50, ‘60, ‘70
Volendo invece mettere da parte la componente più inconscia, va detto che è soprattutto nel repertorio delle sedie di modernariato anni ’50, ’60 e ’70 che si coglie il passaggio da un approccio artigianale ad uno aperto alle logiche della produzione industriale di largo consumo. Attraverso questa prospettiva sorgono nuove istanze, miranti a veicolare concetti decisivi nell’evoluzione futura di questa tipologia, come ad esempio la pulizia strutturale, l’appropriatezza dei materiali, la ricerca della leggerezza e dell’essenzialità.