KATSUMI NAKAI (1927 – 2013)
Katsumi Nakai è stato un artista visivo giapponese, nato a Hirakata, Osaka. Si formò presso l’Istituto di Belle Arti di Osaka, dove iniziò la sua carriera artistica partecipando a diverse mostre collettive e personali in Giappone. Nel 1958, Nakai fu tra i fondatori del gruppo d’avanguardia Tekkeikai, che promosse l’arte astratta e informale in Giappone.
Nel 1964, Nakai intraprese un viaggio in Europa e negli Stati Uniti per approfondire la sua conoscenza dell’arte occidentale. Questo viaggio segnò una svolta nella sua carriera, soprattutto dopo il suo trasferimento a Milano, dove trovò un ambiente artistico stimolante. A Milano, Nakai entrò in contatto con figure di spicco dell’arte contemporanea, tra cui Lucio Fontana, che influenzò profondamente il suo lavoro. Fontana, noto per il suo Spazialismo, ispirò Nakai a esplorare nuovi concetti di tempo e spazio nella pittura. A Milano, Nakai trovò anche il supporto del gallerista Renato Cardazzo, che organizzò la sua prima mostra italiana nel 1965 presso la Galleria del Cavallino a Venezia.
L’arte di Nakai, caratterizzata da opere che superano i confini tra pittura e scultura, si evolve attraverso l’uso di legno multicolore e forme che interagiscono con lo spazio dello spettatore, creando quella che il critico Guido Ballo definì come un “oggetto pittorico”. Questa sintesi tra tradizione giapponese e innovazione occidentale rappresenta il cuore del suo lavoro.
Nakai visse a Milano fino al 1996, partecipando a numerose mostre in Italia, Europa, Giappone e Stati Uniti, e ricevendo riconoscimenti prestigiosi come il Prix Piazzetta e il Silver Award alla XV Triennale di Milano nel 1973. Nonostante il successo, Nakai rimase sempre legato alle sue radici giapponesi, mantenendo viva la memoria del Giappone della sua infanzia e dei difficili anni della guerra.
In un’intervista in occasione della mostra personale alla Galleria del Naviglio, nel 1976 rivela un uomo profondamente meditativo, che vedeva nell’arte una vocazione e una ricerca costante di espressione autentica. Nakai spiegava che il suo processo creativo era guidato dall’interazione tra mente e mano, cercando sempre di dare vita a opere che vibrassero di mistero. Nonostante il dolore per la perdita della madre durante il suo soggiorno a Milano, Nakai scelse di restare in Italia, dove trovò un ambiente artistico affine al suo spirito. Milano divenne per lui una seconda casa, un luogo dove la sua arte poté fiorire pienamente.
Nakai tornò in Giappone nel 1996 e morì a Hirakata nel 2013. La sua eredità artistica continua a essere celebrata, come dimostrato dalla mostra retrospettiva organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Kyoto nel 2004 e dalla sua prima mostra personale nel Regno Unito nel 2018.